La Mediateca Santa Teresa nasce da un accordo di programma tra quattro enti promotori: Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Lombardia, Provincia e Comune di Milano, che hanno contribuito alla realizzazione del progetto, costato complessivamente 6.822.912,09 euro, rispettivamente con
La storia della chiesa dei Santi Giuseppe e Teresa comincia a Milano ai primi del Settecento quando, nel tratto di strada compreso tra Via San Marco e Corso di Porta Nuova, venne costruito, sulle rovine dell'antico monastero delle Carmelitane Scalze, un nuovo chiostro con chiesa adiacente.
La mappa di Milano del Catasto indetto da Carlo VI, le cui mappe di campagna furono redatte tra il 1720 ed il 1722, riporta illustrazioni sulla nuova chiesa. Ma è Serviliano Latuada, che all'interno della sua Descrizione di Milano del 1737 ci documenta la prima sommaria rappresentazione dell'edificio, omettendo di riferire le informazioni sul progettista della costruzione:
"È la chiesa di una sola nave con architettura moderna, la quale forma come una picciola croce, essendovi gli altari ne' bracci laterali della medesima, ed in fronte dell'ingresso il maggiore, in cui si vede l'immagine di Santa Teresa, dipinta dal rinomato Stefanmaria Legnano".
Giuseppe II, proseguendo le riforme dello Stato iniziate da Maria Teresa, al fine di recuperare nuove risorse fiscali, limitò ulteriormente l'istituto ecclesiastico della "Manomorta".
L'azione ebbe come diretta conseguenza la soppressione di molti piccoli monasteri, tra cui, nel 1782, anche quello delle Carmelitane di Milano. Le religiose si dispersero e i beni mobili e immobili passarono a più acquirenti, che ne cambiarono definitivamente la destinazione d'uso. Alla fine del Settecento chiesa e coro erano utilizzati dalla Manifattura Tabacchi.
Nel 1804, a seguito dell'intervento napoleonico, venne espropriato e venduto a diversi acquirenti anche l'adiacente convento maschile. Nel 1809, un atto di vendita degli ex-beni del Monastero di Santa Teresa ci informa del passaggio di proprietà da parte di un privato al Regio Demanio. Da quell'anno, l'intero complesso, formato dal monastero maschile e quello femminile, diventò di proprietà dello stato che lo destinò ai più svariati utilizzi: manifattura tabacchi, zecca, fabbrica di munizioni o alloggiamenti militari.
Il 1900 fu epoca di ulteriori traversie, l'edificio fu adibito a spaccio cooperativo e dopolavoro aziendale, subendo ulteriori danni; fu sede della Manifattura Tabacchi fino alla Seconda guerra mondiale, durante la quale subì forti bombardamenti che risparmiarono solo la chiesa.
Nel dopoguerra l'area venne riedificata con complessi per abitazioni ed uffici assumendo l'aspetto attuale. Dal 1959 l'edificio è stato sottoposto a vincolo monumentale con la seguente motivazione:
"Caratteristico complesso seicentesco composto dalla chiesa vera e propria e da un cortiletto anteriore. La chiesa possiede un elegante organismo a croce greca con volte a botti sui bracci e calotto al centro, arricchito da stucchi di squisita fattura. Il Cortiletto, aperto anche su via della Moscova, possiede, verso la chiesa, un porticato a colonne abbinate; gli altri lati sono costituiti da edifici più semplici che ne completano armonicamente la composizione".
La parte centrale e la chiesa sono state acquisite dal comune di Milano nel 1974. Dal 2003 la ex-chiesa dei Santi Giuseppe e Teresa è la sede della sezione digitale della Biblioteca Nazionale Braidense.